Oggigiorno, non si fa che parlare di esperienza.

Il marketing esperienziale si configura, ormai, come una tecnica imprescindibile nel campo del marketing e della comunicazione.

Tuttavia, siamo consapevoli di quanto la pandemia abbia scardinato i suoi principi fondanti, orientando l’economia dell’esperienza verso una prospettiva sempre più virtuale.

Anche definito engagement marketing, il marketing esperienziale è una strategia di marketing che permette alle persone di vivere un’esperienza immersiva correlata al brand.

Viene tralasciato l’esclusivo entusiasmo per le caratteristiche funzionali e fisiche dei prodotti.

Ciò che si esalta sono i valori sensoriali, comportamentali ed emotivi, intesi come elementi distintivi dell’esperienza nel processo d’acquisto.

Fra gli approcci di marketing esperienziale, il più autorevole è quello elaborato da Bernd Schmitt, secondo il quale è necessario definire il sistema d’offerta di un’impresa a partire dall’esperienza del cliente;

la customer experience, in particolare, può essere costruita sulla base di cinque dimensioni: sense (esperienze legate alla percezione sensoriale), feel (esperienze che suscitano sentimenti ed emozioni), think (esperienze che coinvolgono i processi cognitivi di apprendimento), act (esperienze che spronano il consumatore ad agire, ad assumere determinati comportamenti e stili di vita), relate (esperienze derivanti da interazioni e relazioni sociali).

I brand che utilizzano il marketing esperienziale, quindi, mirano a far vivere un’esperienza memorabile ai consumatori con l’obiettivo di incrementare la brand awareness, il purchase behaviour e, infine, la loyalty.